Protesi anca/ginocchio bilaterale: chirurgia mini invasiva simultanea

Nell’ambito della chirurgia protesica mini invasiva – eseguita da anni anche in Italia – l’avanzamento  degli ultimi tempi è legato alla protesi anca/ginocchio bilaterale simultanea ovvero la possibilità di impiantare attraverso un unico intervento una protesi per ogni anca oppure una protesi per ogni ginocchio.

Nelle varie combinazioni d’intervento simultaneo, è possibile anche impiantare due protesi ginocchio monocompartimentali per andare a sostituire due compartimenti del ginocchio compromessi dalla gonartrosi.

Nel nostro Paese, il primo chirurgo ad eseguire interventi per impianti bilaterali simultanei di anca e ginocchio è stato il Dott. Sergio Romagnoli: il suo primo intervento di questo tipo risale al 1986.

A questo primato, nel 2017, se ne è aggiunto un altro: il 7 febbraio il Dott. Michele Massaro, esperto in chirurgia protesica mini invasiva presso le Cliniche Humanitas di Bergamo, ha impiantato per la prima volta 3 protesi simultanee (due monocompartimentali al ginocchio sinistro ed una all’anca destra).

L’intervento, durato 2 ore e perfettamente riuscito, ha permesso alla paziente 63enne romana di tornare ad una vita normale e serena.

 

Protesi anca bilaterale simultanea: quando conviene, i vantaggi

La protesi anca/ginocchio bilaterale con intervento simultaneo diventa necessaria quando la coxartrosi (artrosi dell’anca) o la gonartrosi (artrosi del ginocchio) colpisce entrambe le articolazioni.

Riguardo all’anca, questa protesi è indicata anche in caso di fratture del collo del femore.

In genere, quando la coxartrosi danneggia entrambe le anche, il metodo più diffuso prevede un primo intervento all’anca più compromessa e dolente: in seguito, dopo almeno 6 mesi, si procede al secondo intervento per impiantare la protesi all’anca opposta.

Sempre più spesso, però, i pazienti affetti da coxartrosi bilaterale vengono sottoposti ad intervento simultaneo (o in contemporanea), perché lo richiedono espressamente o perché lo specialista in chirurgia mini invasiva lo consiglia.

Perché?

Per tre principali vantaggi:

  • Pianificazione più precisa della lunghezza degli arti;
  • Riduzione del trauma chirurgico e dell’impatto anestesiologico (un solo intervento, una sola anestesia anziché due);
  • Esposizione chirurgica ed ospedalizzazione dimezzate con conseguente riduzione dei rischi di complicanze.

Che si tratti di protesi anca monolaterale o bilaterale, la tecnica chirurgica mini invasiva tenta, se possibile, di preservare sempre la parte sana (gran parte del collo femorale).

 

Ulteriori considerazioni sulla protesi anca bilaterale simultanea

Grazie all’impianto simultaneo della protesi anca bilaterale, si riducono anche i disagi personali del paziente, l’assenza dal lavoro, la durata della convalescenza, i costi complessivi sia del ricovero che della riabilitazione (si riducono della metà).

Ovviamente, i pazienti operati ad entrambe le anche faranno più fatica dopo l’intervento, si alzeranno dopo 2-3 giorni, dovranno impegnarsi un po’ di più nella fase di riabilitazione rispetto a coloro che subiscono l’intervento monolaterale, ma ne varrà la pena considerando i risultati a distanza di una settimana.

Potranno contare subito su due anche funzionalmente valide, camminando in modo del tutto bilanciato.

Il paziente affetto da coxartrosi avanzata più adatto all’intervento di protesi anca bilaterale è attivo, di età generalmente non superiore ai 50-55 anni, in ottime condizioni cardiologiche e di salute generale ma, in base alla soggettive condizioni fisiche, questa opportunità chirurgica mini invasiva può essere estesa ad altre categorie di pazienti. 

L’intervento per l’impianto bilaterale simultaneo inizia dall’articolazione più compromessa dalla coxartrosi e potrebbe trasformarsi in monolaterale, nel caso in cui insorgessero complicanze cardiologiche, anestesiologiche oppure aritmia cardiaca.

 

Protesi anca-ginocchio bilaterale: la mini invasività che rispetta il corpo

Il vantaggio delle protesi anca-ginocchio bilaterale di ultima generazione è lo stesso rispetto all’intervento monolaterale, in termini chirurgici e riabilitativi.

Questo vale sia per la protesi anca sia per la protesi ginocchio bilaterale.

Tutto viene ridotto:

  • La durata dell’intervento;
  • L’incisione;
  • L’invasività con conseguente risparmio tissutale;
  • La perdita ematica durante e dopo l’intervento.

La chirurgia mini invasiva ‘salva il salvabile’ sia per l’anca sia per il ginocchio: la protesi evoluta utilizzata in questo tipo di intervento è più piccola di quella tradizionale e l’uso di una protesi a stelo corto rispetta maggiormente i tessuti ossei.

La tecnica mini invasiva consente di accedere all’anca senza sezionare i muscoli, attraverso un’apertura anteriore di circa 8 cm: si segue una via intermuscolare e internervosa, il che riduce il rischio di danneggiare muscoli, tendini, vasi e nervi. 

 

Protesi ginocchio bilaterale in contemporanea

La protesi ginocchio bilaterale impiantata simultaneamente non prevede maggiori rischi e complicanze rispetto alla monolaterale, quando si tratta di protesi monocompartimentale (detta parziale), che va a sostituire uno (massimo due) dei tre compartimenti del ginocchio con l’obiettivo di preservare il legamento crociato anteriore.

Nel caso di impianto di protesi ginocchio totale, l’intervento bilaterale simultaneo diventa più complicato.

Le problematiche anestesiologiche diventano più rilevanti di quelle ortopediche, l’età massima del paziente è di 75 anni (per l’uomo) e di 70 anni (per la donna). Oltre questa età, sarà possibile eseguire impianti bilaterali simultanei parziali (o monocompartimentali).

Generalmente, si può impiantare una protesi ginocchio totale nel lato più compromesso ed una monocompartimentale nell’altro lato.

Come per la protesi anca, l’impianto bilaterale simultaneo della protesi ginocchio riduce notevolmente i tempi (intervento, riabilitazione) ed i costi ospedalieri, riabilitativi e sociali.

Oltretutto, il vantaggio importante riguarda il percorso riabilitativo simultaneo, più efficace perché il corpo non dovrà affrontare la compensazione della postura tra un’operazione e l’altra (prevista per gli interventi separati).

 

 

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